Un bel tacer non fu mai scritto
Lisa:
Nelle storie bisogna entrare in punta di piedi.
Non essere mai rassicurante senza cognizione di causa. Prima bisogna sapere per poter consigliare e per poter fare vedere quanto si è vicino a quella persona.
Guido:
E’ strana la vita: al tempo dell’incidente del fratello di mia moglie, tutti lo diedero per spacciato e lui, seppur malconcio, si salvò; adesso tutti vedevano me sano, visto dal di fuori, ma in realtà ero assolutamente malconcio, visto dal di dentro … o così, almeno, mi aveva detto il dottore.
Mi alzai, andai in cucina e incominciai ad apparecchiare per la cena, anche se non avevo fame, ma dovevo pur fare qualcosa.
Daria mi raggiunse poco dopo aver finito la doccia, con i capelli ancora umidi, e d’un fiato mi chiese: “Ma cosa ti ha detto il dottore?”
Io mi voltai e pronunciai il nome della mia malattia.
Avevo tanto pensato a come dirglielo … e poi mi uscì dalla bocca così, in modo diverso da come mi ero immaginato … ma non fui sgarbato.
Lei, ferma sulla porta, con lo sguardo rivolto a me, come se volesse farmi mille domande, ma sapendo che io non avevo mille risposte, disse semplicemente … “andrà tutto bene”
Quelle tre parole: andrà … tutto … bene … era la stessa frase che le avevo detto io per l’incidente di suo fratello Piero … e per la prima volta ho capito che a volte è meglio il silenzio … perché lei come faceva a sapere che tutto sarebbe andato bene?
Era una frase buttata lì, così, tanto per confortare, ma non si basava su qualcosa di vero, di reale. Eppure anch’io l’avevo usata in passato.
Ma sapete cosa c’è?
Non ci sono frasi giuste e forse neanche sbagliate. Esistono solo frasi che si dicono per non stare zitti. E invece il silenzio è un bene prezioso … mia nonna mi diceva sempre che “un bel tacer non fu mai scritto”.
E’ difficile rimanere in silenzio quando accade qualcosa di brutto.
Prima della malattia io esageravo sempre nel tentativo di rassicurare. Dopo … invece … ho imparato ed ho cominciato ad apprezzare il silenzio.