I traumi sono come lenti di ingrandimento
Lisa:
E’ nelle situazioni difficili che la persona si mostra per quello che veramente è, perché le malattie come qualsiasi altro trauma, sono come delle lenti di ingrandimento, potenziano le caratteristiche individuali della persona che fino a quel momento magari, non sono ancora state espresse.
Guido
Come potevo dire a mia moglie Daria della mia malattia, di Delinquente?
Ero abbracciato a lei e temevo che mi chiedesse: “Cosa ti ha detto il dottore?”
Ma ancora una volta mi sorprese. Lei si alzò dal letto e interruppe il silenzio con un: “Mi faccio una doccia!”
Decisa e delicata, come sempre e io, lo ammetto … tirai un sospiro di sollievo … avevo ancora qualche minuto per fare “quello sano”.
E lei … la moglie del sano … perché è brutto, diciamocelo, è proprio brutto quando la malattia ti stravolge la vita e tutto cambia … tutto cambia? … noi però restiamo quello che siamo, solo molto, ma molto più amplificati nei nostri comportamenti … come se il trauma della malattia facesse da lente di ingrandimento … perché vedete … quel giorno … anche Daria fu esattamente come è sempre stata …
Si alzò e chiuse a chiave la porta del bagno, come a dirmi:
“Non sono ancora pronta ad ascoltarti …”
Lei, in realtà, aveva capito che stava per arrivare il peggio!
E fu con quel suo andare a fare la doccia, che me lo disse.
Quando un problema grosso, ma veramente grosso, entra in casa nostra, lei prima deve farsi una doccia, sempre.
E’ come se dovesse rimanere per alcuni minuti sotto il caldo getto dell’acqua per riprendersi dallo shock.
Fece così anche quando sua madre le telefonò per dirle di raggiungerla subito in ospedale, perché suo fratello Piero aveva fatto un grave incidente in macchina.
Riattaccò il telefono e mi disse:
“Piero è stato investito … è in rianimazione … faccio una doccia e poi vado da lui, pensa tu ai bambini io non so quando torno …”
Prima di uscire, passò dalla cucina ed iniziò a bere il caffè che le avevo preparato.
Fu solo lì che riuscì a piangere e a lasciarsi incoraggiare da me:
“… andrà tutto bene …”. Le dissi.
Parole ovvie, quasi scontate, ma non sapevo cosa dire per confortarla.
Ed ora, ero di nuovo lì, a cercare delle parole; questa volta, però, le volevo perfette, quelle giuste per non spaventarla … almeno, non più di tanto.
Ma quali sono le parole giuste???