Non Bisogna accettare una nuova condizione, ma sempre adattarsi ad essa
Lisa:
Guido Speranza ha deciso di chiamare Delinquente la sua parte malata. La malattia è una parte di Sè che spaventa, ma è l’imprevisto che la natura umana porta con sé. Non si è scelta, ma è capitata. Adattarsi a questa nuova dimensione richiede modi e tempi diversi per ognuno.
Dare un nome alla propria parte malata può aiutare a entrare nell’ordine d’idee che esiste una parte di sé malata e sentirla al di là di se stessi. Bisogna ricordarsi sempre che non si è solo malattia.
Il tempo e la capacità di ragionare su un evento traumatico, come la malattia, aiutano l’adattamento alla nuova condizione.
Il tempo, perché aiuta l’evoluzione del pensiero.
La capacità di ragionare, perché il livello emotivo si incontra con quello cognitivo.
Guido Speranza
Avevo capito che dare il nome alla parte di me malata mi avrebbe permesso di dirigere la mia rabbia e attenzione verso una parte specifica e non contro tutto me stesso.
E’ stato un po’ come averle dato una forma, una forma scelta da me, però.
Vi ricordate Oriana Fallaci? Chiamava il suo male l’Alieno.
Voleva identificarlo con qualcuno da combattere, con cui fare la guerra.
Io sono per la pace. Io ho preferito chiamarlo Delinquente, perché l’offendo, ma non troppo.
Mi intenerisce questa parte di me che è stata colta dalla malattia.
Questo mi è servito molto nel tempo. Per come sono fatto io.
A volte ho parlato a Delinquente, anche ad alta voce, come se fossimo in due nella stessa stanza.
Ed è vero. La sua presenza la sentivo come se fosse una persona.
Ho fatto fatica ad accettarlo … accettarlo … non è una parola che mi piaccia … alcune persone mi hanno spronato ad accettare l’idea di essere malato … mi dicevano che le cose brutte, nella vita, vanno accettate.
Io non è che non accetti le cose brutte, è che proprio non accetto il verbo ACCETTARE.
A me, il verbo Accettare, ricorda l’accetta … non c’è nulla da fare …
Mi ricorda l’accetta, lo strumento del boia che taglia teste … perché poi accettare qualcosa che ti capita vuole ANCHE dire che quell’evento lo devi prendere per come viene e non lo puoi modificare … questo è vero, ma non del tutto …
a me piace molto, ma molto di più la parola ADATTARE … è più dolce e mi dà l’idea di un lavoro che devo fare IO su di me … mi dà l’idea che IO possa scegliere di adattarmi alla nuova condizione di malato e possa DECIDERE come farlo …
Partiamo dall’inizio.
Qual è la prima cosa a cui pensi quando ti dicono che sei malato?
Che il dottore si sia sbagliato, che il laboratorio si sia sbagliato, perché il tuo corpo non può averti tradito così e ti guardi intorno e ti senti solo.
E se hai fatto la stupidata che ho fatto io, cioè quella di andare dal medico completamente da solo, anche se potevo chiedere a mia moglie, a mio fratello, al mio amico Giorgio di accompagnarmi … ecco, se hai fatto questa stupida scelta, lì ti senti pure più cretino.
Il medico con me era stato molto garbato, competente e presente, ma non poteva prendere di certo il posto di un mio familiare.
Regola importantissima PER ADATTARSI a possibili condizioni di malattia:
non andare mai da soli ad un appuntamento con il medico, soprattutto se si sa che quel giorno deve comunicarti i risultati di esami importanti.
Non importa che sia il momento della diagnosi o dei controlli: MAI DA SOLI!!!!!