La notte porta consiglio
Lisa:
Molte volte le persone hanno sogni ricorrenti non bisogna temere i sogni ricorrenti sono solo l’espressione delle ansie e delle preoccupazioni perché nel momento del sonno noi non possiamo controllare la nostra mente quindi il sogno diventa liberatorio
Guido
Quella fu una notte lunga e impegnativa sia per me che per Daria.
Finalmente mi addormentai e, come sempre, quando ho dei pensieri, arrivò il mio sogno ricorrente.
Camminavo per le strade della mia città e ogni tanto incontravo qualche amico che mi raccontava di quello che stava facendo. Ogni volta mi chiedevo se dovevo presentargli Delinquente, ma non lo feci … per rimanere sano agli occhi degli altri.
Passai per i giardini pubblici, vidi gli angoli della città a me più cari, poi, girato l’angolo, eccolo lì, il mio vecchio liceo. Appoggiata al muro c’era la mia prima bicicletta, blu e gialla, quella che mi avevano regalato i miei genitori quando avevo compiuto sedici anni.
Un grosso catenaccio la legava ad un palo. Cercai le chiavi.
Infilai le mani in tutte le tasche e mentre facevo con frenesia questi movimenti, la bicicletta incominciò ad ingrandirsi sempre più. L’ansia e la preoccupazione di non fare in tempo a sganciarla mi assalirono.
Il palo rimase della stessa grandezza, come le case, le vie e le persone, ma la bicicletta continuò a crescere fino a quando non riuscii a liberarla dalla sua prigionia.
Mi arrampicai su di essa. Afferrai uno dei raggi e con agilità passai da un ferro all’altro fino a raggiungere i pedali e poi su, con grande sforzo, fino al sellino.
Il manubrio era proporzionato alla mia capacità di afferrarlo con entrambe le mani.
Lo impugnai con facilità. Mi si presentò allora un nuovo problema da risolvere: scegliere la strada giusta per tornare a casa, perché la mia testa sovrastava i palazzi e facevo fatica a distinguere le vie.
Mi sforzai di andare avanti nonostante il difficile equilibrio da mantenere e a chi mi salutava, facevo un cenno d’intesa, senza sapere se la persona riuscisse a vedermi. Sorridevo a tutti, mentre mi chiedevo:
ma gli altri si accorgeranno che faccio fatica ad andare sulla mia bicicletta? …. Capiranno che ho paura di cadere?
Riuscirò ad arrivare a casa?
La coordinazione era sgangherata, ma la mantenni toccando un palazzo a destra e uno a sinistra, poi mi svegliai di soprassalto con una domanda in testa: e adesso da chi devo andare a raccontare di Delinquente?