Genitori e Figli: un dialogo complesso
Lisa:
Quando vi relazionate con gli altri immaginate pure come possano andare le cose ma siate pronti a stupirvi,
lasciate agli altri la possibilità di stupirvi. In questo modo crescono le relazioni.
Guido è andato dai suoi genitori immaginandosi quello che sarebbe accaduto. Ma i suoi genitori si comportano in modo diverso e questo lo lascia basito e lo inquieta.
Immaginate pure che possano andare le cose quando vi relazionate con gli altri, ma siate aperti a farvi stupire dagli altri anche in senso positivo, perché questo è il bello delle relazioni: non date mai nulla per scontato
Guido:
Dopo il lavoro dovevo recuperare le mie figlie, Gaia e Maria Sole, dai miei genitori.
Iniziai a pensare a come parlare a mamma e papà di Delinquente.
Mi immaginavo perfettamente la scena. La vedevo:
sarei arrivato a casa, avrei abbracciato le bambine, avrei detto loro di andare a giocare in giardino, poi, avrei dato l’annuncio a mia madre e lei avrebbe iniziato a piangere e io avrei dovuto consolarla.
Mio padre, invece, sarebbe stato senz’altro a trafficare in garage, ovvero nel“suo laboratorio”, come chiamava lui il luogo dove progettava e realizzava le sue invenzioni e a lui l’avrei detto dopo, aiutato da mia mamma.
Entrai in casa e chiamai le bambine.
Mia madre si affacciò dalla porta della cucina e mio padre dalla sala, con il giornale in mano. E già lì era tutto molto diverso da come avevo immaginato.
Mamma mi disse che le bambine erano fuori con mia sorella e mi invitò a seguirla in cucina.
Così mi ritrovai … ancora una volta senza averlo previsto … seduto intorno alla tavola da pranzo, con loro due, cosa che era accaduta solo il giorno in cui mi ero sposato.
In quell’occasione mia madre, commossa ed agitata per i preparativi, mi aveva detto che poi tutto sarebbe cambiato e che, quella, non l’avrei più considerata casa mia e che mi sarei dovuto costruire la mia famiglia e aggiunse: “E Guido, fallo con cura!”
Per una volta, avevo provato l’emozione del figlio unico e adesso, come allora, ci trovavamo di nuovo noi tre, da soli.
Mi accorsi che mi guardavano in modo strano; o ero io che mi sentivo strano per quello che pensavo di dover dire loro?
“Ho chiesto a tua sorella di portare le bambine in biblioteca. Erano contentissime tutte e tre. Lo sai quanto Silvia sia innamorata delle tue figlie! Mi ha chiesto se poteva portarle a pranzo con sé”
“Ma non so se a Daria …” provai a dire
“L’ho chiamata, mi ha detto che per lei andava benissimo.”
Tornò il silenzio tra di noi e fu, cosa sorprendente, mio padre ad interromperlo.
Non lo faceva mai. E questo mi inquietò.