Io continuo ad esistere
Lisa:
Ricordati sempre che continui ad esistere, non concedere a Delinquente nessun’altra parte di te, oltre a quella che si è presa
Daria:
Mio marito Guido è un personaggio, senza dubbio … ma nel tempo ho capito che possiamo essere tutti dei personaggi … intendo dire che poi è bene capire quale ruolo giochiamo nella vita … io, ad esempio, sono una moglie, ma anche una madre, sorella, figlia, lavoratrice, amica, sportiva … se mi fermo a pensare quante cose sono … mi stupisco … nessuno si ferma mai a pensare quante cose sia contemporaneamente … forse fa anche un po’ paura essere all’altezza di tutto … ad esempio: come moglie di una persona che si cura o che si è curata, come mi comporto? … o come mi sono comportata?
Come se la risposta a questa domanda possa essere:
“Sono brava … o … non Sono brava ….”
Dipende …
Non è che esista la risposta giusta, esiste … esiste quella che va bene … a volte posso essere brava, a volta posso essere paziente, a volte posso essere stata permissiva, a volte autoritaria … a volte … posso anche arrabbiarmi … sì … sì … ho detto proprio arrabbiarmi, anche con Guido … ma perché se una persona si ammala non può più essere sgridata? Criticata? Messa in discussione? Si è ammalata, non è che improvvisamente sia da mettere sotto una campana di vetro e nessuno può più dirle nulla …
All’inizio io facevo tutto quello che mi diceva Guido … è come se solo lui avesse ragione … e così rimandavo indietro le arrabbiature … perché tra moglie e marito possono accadere e rimandavo indietro le lacrime … poi, un giorno mi sono accorta che stavo diventando diversa, ma non era Guido a cambiarmi … era la sua malattia, era Delinquente, quel maledetto … che mi faceva essere quello che non ero, o meglio … ero io che permettevo a lui di farmi diventare quella che non ero … e il giorno che me ne sono accorta sono andata da Guido e gli ho detto:
“Da oggi i tuoi privilegi di malato in questa casa sono finiti, torni ad essere anche mio marito … perché se è vero che la malattia riguarda una tua parte e non tutta la tua persona, perché tu continui ad esistere come marito, figlio, padre, amico, lavoratore … allora voglio che, da oggi, tu me le faccia vedere tutte le tue parti e non solo e sempre quella della malattia … non voglio che la mia visione di te si riduca solo alla tua malattia … e poi Guido, diciamocelo ben chiaro: anch’io, che sono tua moglie, continuo ad esistere … come moglie, madre, figlia, sorella, lavoratrice … anch’io continuo ad esistere, nonostante la malattia …