
La Resilienza nella cura della malattia
Le persone colpite dalla malattia devono trovare nuovi equilibri.
Il primo passo è iniziare a pensare che la malattia colpisca direttamente o indirettamente una parte importante della persona, ma che non sia tutta la persona.
Grazie a questa idea allora è possibile attivarsi sviluppando la propria Resilienza che è la capacità della persona di superare i traumi della vita adattandosi ad essi senza rimanere sopraffatti.
Uno degli elementi che possono facilitare l’essere resilienti è la consapevolezza della nuova condizione che si sta vivendo.
La consapevolezza è data anche dal conoscere i diritti di cui ci si può avvalere quando ci si ammala.
Si può osservare, però, a detta anche degli operatori del settore (Patronati, medici, operatori sociali ecc.) che molte volte le persone impiegano tempo prezioso prima di far partire le proprie domande di invalidità. A supporto di questa tesi, il numero di malati è superiore al numero di domande di invalidità.
Alcune ipotesi:
- mancanza di informazioni
- canali informativi non sufficienti e non adeguati
- mancanza di motivazione del malato che non vuole percepirsi come persona con disabilità
- mancanza di motivazione del familiare che non vuole trasmettere al malato una percezione di invalidità
- ridotta motivazione da parte degli operatori a informare i diretti interessati, ritenendo questa parte secondaria al percorso di cura
- auto diagnosi con premonizione dell’insuccesso della pratica, perché si pensa di non avere diritto a nulla
Il Lavoro che Cura vuole favorire la maturazione socio-culturale di questa tematica, affinché il LAVORO come ELEMENTO importante e necessario alla vita del singolo, possa essere considerato PARTE integrante del Percorso di Cura.
Se alle persone vengono riconosciute e certificate le proprie disabilità con i percorsi di “Accertamento di Invalidità civile e disabilità” possono rientrare nelle Categorie Protette e accedere o rimanere nel mondo del lavoro usufruendo dei posti che le aziende devono, per legge, riservare ai disabili.
Non è semplice passare dall’idea si Sé sano all’idea di Sé disabile, ma se avviene un adeguato percorso di adattamento alla nuova condizione di malattia se ne può valorizzare la parte di possibilità che questa dà.
E’ ovvio che sia meglio non ammalarsi nella vita, ma i traumi accadono che siano malattie, separazioni, lutti, tradimenti e ad essi occorre far fronte.